Colonne, cavalli e guerrieri in ceramica, per raccontare il design italiano, attraverso una lettura “non industriale”. E’ quanto si propone CortonaDesign, doppia mostra collaterale della tradizionale manifestazione Cortonatiquaria, che dal 23 agosto al 7 settembre espone, nel complesso di Sant’Agostino, opere di Ettore Sottsass e Paolo Staccioli. La prima delle due esposizioni in programma, curate da Bruno Baglivo, è dedicata ad Ettore Sottsass, tra le più alte personalità del design e che più di altre ha assunto un ruolo di primo piano nel rinnovamento della cultura progettuale. Un filone importante della sua ricerca, si spiega, “ha riguardato l’uso della ceramica come mezzo per dare forma ad oggetti concepiti come catalizzatori di percezione ed attenzione culturale e psichica. Frutti emblematici di questa ricerca sono le sue colonne, alte circa 200 centimetri, che evocano totem e menhir, architetture antiche o archetipi immaginari, fra sacralità senza tempo e ironia del presente”. L’altra mostra “riguarda un’alta interpretazione artistica della lavorazione ceramica, quale quella offerta da Paolo Staccioli, con le sue sfere abitate da figure misteriose, i suoi cavalli e guerrieri come statue-menhir, secondo uno stile personale dal sapore antico”
Colonne, cavalli e guerrieri in ceramica, per raccontare il design italiano, attraverso una lettura “non industriale”. E’ quanto si propone CortonaDesign, doppia mostra collaterale della tradizionale manifestazione Cortonatiquaria, che dal 23 agosto al 7 settembre espone, nel complesso di Sant’Agostino, opere di Ettore Sottsass e Paolo Staccioli. La prima delle due esposizioni in programma, curate da Bruno Baglivo, è dedicata ad Ettore Sottsass, tra le più alte personalità del design e che più di altre ha assunto un ruolo di primo piano nel rinnovamento della cultura progettuale. Un filone importante della sua ricerca, si spiega, “ha riguardato l’uso della ceramica come mezzo per dare forma ad oggetti concepiti come catalizzatori di percezione ed attenzione culturale e psichica. Frutti emblematici di questa ricerca sono le sue colonne, alte circa 200 centimetri, che evocano totem e menhir, architetture antiche o archetipi immaginari, fra sacralità senza tempo e ironia del presente”. L’altra mostra “riguarda un’alta interpretazione artistica della lavorazione ceramica, quale quella offerta da Paolo Staccioli, con le sue sfere abitate da figure misteriose, i suoi cavalli e guerrieri come statue-menhir, secondo uno stile personale dal sapore antico”
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