Divino-Umano - Salerno dal 20/100 al 04/12/2014
All'Archeologico di Salerno si inaugura la mostra "Divino Umano"
Giovedì 20 novembre l'arte della ceramica celebra Apollo, simbolo del Museo
Il prossimo giovedì 20 novembre alle ore 18.00, presso il Museo Archeologico Provinciale di Salerno, sarà inaugurata la mostra "Divino Umano" delle ceramiste Mariagrazia Cappetti, Deborah Napolitano e Maria Scotti. L'ormai collaudato trio artistico si cimenterà, per la prima volta, in un Site Specific all'interno del Museo di Via San Benedetto con una mostra dedicata al suo reperto simbolo: Apollo.
A fare gli onori di casa Barbara Cussino - Dirigente del Settore Musei e Biblioteche della Provincia di Salerno.
Le opere in ceramica non solo evocheranno le declinazioni della dialettica fra umano e divino, ma ripercorrendo le fasi che vanno dal mito alla ragione, favoriranno un coinvolgimento percettivo dei visitatori. La musica elettronica del compositore salernitano Anacleto Vitolo offrirà poi il giusto ritmo per cogliere tutte le dimensioni del processo creativo ideato dalle tre artiste, accompagnando i visitatori per l'intera mostra fino all'elegante buffet che chiuderà la serata.
La mostra a cura dell'Associazione Fonderie Culturali sarà visitabile fino al 4 dicembre 2014 dal martedì alla domenica, dalle ore 9.00 alle 19.00.
Dove: Museo Archeologico Provinciale di Salerno, Via San Benedetto 28, 84122 Salerno
Data: Inaugurazione 20 novembre alle ore 18.00. Partecipazione gratuita.
Info: tel: 089/231135 - mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Associazione Fonderie Culturali
Fondata nel 2008 ad opera di un gruppo di giovani salernitani, Fonderie Culturali è un'associazione culturale senza scopo di lucro. Luogo di incontro e di aggregazione culturale, l'associazione promuove nuovi modelli di sviluppo economico-sociale, basati sulla valorizzazione e promozione delle risorse culturali identitarie e sull'attivazione di sinergie innovative tra gli attori locali.
Museo Archeologico Provinciale di Salerno
Inaugurato il 28 ottobre 1928 all'interno del Palazzo di Governo, attuale sede della Provincia di Salerno, il Museo Archeologico Provinciale ha avuto nel corso degli anni diverse sedi. Nel 1939, a seguito dello scoppio del secondo conflitto mondiale, il Museo fu spostato nella Casina dell'Orto Agrario, per ritornare una volta terminata la guerra nella precedente sede, dove rimase fino al 1964, quando l'allora direttore Venturino Panebianco scelse proprio il complesso di San Benedetto come sede definitiva. Il primo allestimento del plesso museale fu ideato e realizzato negli anni settanta dal noto architetto Ezio de Felice. I lavori di manutenzione e restyling terminati nel febbraio 2013 hanno riproposto un allestimento espositivo rispettoso della filosofia del restauro e del design originario.
Mariagrazia Cappetti
Artista e ceramista, figlia di Giovanni Cappetti (Giancappetti). Le sue le opere artistiche sono pervase da una luminosa serenità interiore come riflesso di una concezione positiva e cristiana della vita. Nella sua arte ceramica questa intuizione integrale ed organica dell'armonia della vita viene espressa e comunicata con naturalezza ed abilità - attraverso un disegno morbido e sicuro abbinato ad un decoro esuberante, esaltato da un cromatismo allegro e prezioso - generando "icone" di rara bellezza e splendore.
Deborah Napolitano
Architetto e designer. Colore, espressione, gioco e armonia prevalgono nel suo mondo mutuato dall'origine partenopea che traspare con gusto in tutti i suoi lavori: dalla serie dei "Cactus" dove esplode vitale tutta la sua cultura mediterranea, alla serie di "Vasi", alla deliziosa armonia dei "Presepi", fino alle serie di "Guardiani" con cui ha recentemente vinto il primo premio nell'ambito del Ravello Festival 2014 che l'ha vista tra le protagoniste della mostra "Pandora, direzione sud".
Maria Scotti
Artista salernitana a tuttotondo, il suo talento artistico si esprime con una personale via di conciliazione del suo stile pittorico, connotato da un figurativismo onirico e da un colorismo sperimentale, con la complessità della tecnica del cotto vetrinato. Le opere sono legate da una costante: la passione per il blu e le sue sfumature.